sabato 2 marzo 2013

La felicità, un'utopia.

Non esiste felicità, tutto quello che riguarda la felicità è assenza di obiettività nella persona.
Quella che chiami felicità è un pensiero negato al dolore.
L'unica cosa che può fare l'uomo è combattere contro i mulini a vento, cercare il piacere, ma non per il piacere stesso, ma alla ricerca di un fallimento successivo.
Tutto quello che facciamo è alla ricerca dell'assurdo e dell'incomprensibile.
Ogni parola positiva, nega o meglio, non pensa al dolore, ma il dolore è sempre esistente!
Noi viviamo una vita che ruota attorno al dolore e alla stasi.
Nemmeno della morte le persone hanno paura, ma del dolore che esso provoca. Se una persona potesse non provare dolore allora non avrebbe neppure paura della morte!! Difatti spesso le persone dicono, "se devo morire, speriamo che muoia dormendo".
Che? morire dormendo fa morire di meno?, la risposta è semplice, non mette ansia e preoccupazione, sei sicuro di morire senza dolori, almeno dall'aldiquà si crede..
Damiano D.

P.S. si cercano idee diverse o simili che mi e che ci facciano discutere, e che mi facciano anche spiegare meglio.

2 commenti:

  1. D'accordo quasi in tutto! per me la felicità è un'utopia per chi non l'ha veramente conosciuta...ovvia come cosa forse, ma per quanto banale, vera...
    Perché in realtà nella vita di ognuno di noi ci sono quei momenti in cui realmente siamo felici solo che essendo felici nemmeno ce ne accorgiamo...non ti viene da pensare "come sono felice in questo momento!" perché stai bene e stai vivendo, riconosciamo il fatto che eravamo felici solo quando non lo siamo più e paradossalmente invece quando soffriamo ce ne rendiamo conto benissimo del nostro malessere, poi ci illudiamo guardando film, ascoltando una canzone mentre viviamo un nostro pensiero dove tutto è felicemente perfetto o quasi, immaginiamo eventi e/o conversazioni che con una probabilità del 99% non evverranno mai!...questo lo si fa quando non si è felici e ci rifugiamo nella nostra mente dove siamo realmente liberi.
    Io personalemtne lo faccio spesso, so l'origine del mio malessere e non ho soluzione perché conosco bene anche il mio carattere e so perfettamente che ci vuole non un miracolo ma quasi, per evadere da questo malessere!
    Infine, per quanto possa essere moralemnte sbagliato, dico che per fortuna l'essere umano è materialista! perché l'attaccamento ad un oggetto può alleviare la nostra sofferenza...personalmente è così.

    Antonio V. ;)

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    1. E in più ti dico che effettivamente i nostri momenti di felicità sono momenti di felicità illusoria perchè mai siamo stati felice, bensì, non tristi! E non sto facendo il sofista! Il fatto è che le persone si auto-illudono difatti che sono felici, quando in realtà non pensano semplicemente al dolore che, comunque nel bene o nel male, è sempre lì presente! E quando esso non c'è, lo cercano, o comuqnue si mettono alla prova per sfidarlo! I film dell'orrore, anche se in forma banale e semplice, ne sono la prova..e sono una nostra sorta di "prova" di quanto riusciremmo a resistere e anche un modo per temprarci e de-sensibilizzare il nostro spirito..
      Sul lato materialista mi trovo a darti torto, o meglio da una parte ragione ma fondamentalmente torto perchè il fatto che tu ti possa attaccare o meno ad un oggetto rimane sempre un qualcosa di illusorio che ti ripara dalla verità finale..
      Che tu ti attacchi ad un oggetto, o ad una sfida, come ad una partita di calcio etc etc sono tutti modi, per la persona di esorcizzare, quando a parer mio, non sono altro che modi per il nostro inconscio, e sembrerà strano, di cercare il fallimento per dimostrarci, impotenti.

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