sabato 31 gennaio 2015

Del giorno dopo (4/4)

La notte insonne non mi aveva dato modo di riposarmi a sufficienza. Per me è sempre così. Quando ho dei pensieri o delle preoccupazioni mi ritrovo sempre in piena notte ad avere freddo, ad avere paura delle conseguenze, perché sciocco quando avrei dovuto pensarci non l'ho fatto, e ad arrovellarmi nelle lenzuola sul da farsi.

Finalmente mi sveglio. La stanza era fredda, gelida. Non avrei voluto alzarmi. Non avrei voluto affrontare quella giornata. L'idea di aver potuto lasciare incinta la mia Dea era un pelino troppo. Ma ciò mi sarebbe servito certamente per il futuro.

giovedì 15 gennaio 2015

Apollo e Atena (3/4)

A distanza di un po' di giorni i ricordi si fanno confusi. Chiedo venia, avrei dovuto battere tutto a caldo ma come sempre, la cosa più preziosa che abbiamo, tende a sfuggirci di mano senza che ce ne accorgiamo, il tempo.

Un'altra mattina ha inizio. Un'altra mattina alle prese con una città sconosciuta che di passo in passo mi ricorda la canzone di Antonacci "Non ho più paura di te", nel pezzo dove dice "io che avrei vissuto da te, nella tua straniera città, solo con l'istinto di chi sa amare, solo ma pur sempre con te". Ebbene si, io ero in quelle esatte condizioni!

giovedì 8 gennaio 2015

Rossa doppio malto (2/4)

Mi sveglio, tra coperte bianche, aria fresca e lei in testa. Il secondo giorno a Napoli sarà come il primo o addirittura meglio? Non mi resta che scoprirlo.
Scendo dal letto, doccia, mi vesto ed esco dall'hotel. Mangio una brioche, ritiro del cash e di corsa verso la metro.
Il viaggio di un'ora che mi porta fino alla fermata Toledo passa tra occhiate e pensieri che vedono la gente guardarmi come un immigrato; ma sono io malato, l'ammetto.
Finalmente si scende. Dove andare? Non ne ho la più pallida idea. Lascio che l'istinto mi guidi coraggioso per le vie di questa antica città.

martedì 6 gennaio 2015

Alla scoperta di Napoli (1/4)

Viaggio scomodo e traballante. Beh, era un treno, non mi potevo aspettare di meglio. Unica pecca, al posto di avere una cuccetta mi sono beccato una poltrona e credetemi, 11 ore di viaggio in poltrona TORINO-NAPOLI sono massacranti.

Verso metà tragitto circa, si aggrega in cabina una equadoregna. Di primo acchito mi pareva vietnamita, vai a capire..
Fatto sta che non racconto nulla di ciò che la tizia, cui sopra, disse ad una coppia sposata e con bambina seduti di fronte a me, ma dico solo che sarà ottimo per un futuro racconto breve. Una sola parola, inquietante..

lunedì 5 gennaio 2015

Lontano da te (fuori dagli schemi)

Li sento,
come stiletti,
mi forano le membra.

All'orizzonte,
luci fulgide riempiono un spazio,
assorto di nero.

Vogliono apparire,
li dove nulla c'è,
dove forse non ci sono nemmeno io.

Come sarcine,
montano la mia schiena,
di me si fan sberleffi.

Il loro nome è chilometri,
e il sangue che perdo alla sola parola,
per me si ode in baci, carezze.

Fuori dal finestrino,
qualcosa manca,
ogni metro, chilometro.
So che sono li ad aspettarmi,
ma sono così lontano..

Non c'è soluzione,
c'è giusto un'unica via, la volontà.
Non esistono i problemi,
esistono le soluzioni.
E per quanto mi sforzi,
il mio cuore piange sangue dolce,
che solo tra le tue braccia potrò rifocillare.

E quando tornerò,
non importa sapere dove,
l'importante sarà esserci,
essere con te,
oh occhi di lapislazzuli.

D.G.

venerdì 2 gennaio 2015

La vedi a Napoli, e poi muori

E ci provo, ma non riesco.
Tento e mi sforzo, ma non ne esco.

Rime storte e mezze rime,
non una frase che rimane, imprime.

Solo,
dopo aver trovato conforto,
mi trovo qui dopo ore,
assorto.

Mi fissi, e sorridi.
Ti fisso e sorrido.

Occhi verdi, verdi occhi,
sussulto, quanto tu mi tocchi.

La bianca cute, ti vien d'aiuto,
adoro il bianco, mi fa con te muto.

E i capelli biondi, per Giove che dire?
Sono fil d'oro, al mio apparire.

Mi fissi, e sorridi.
Ti fisso e sorrido.

Bellezza incantevole che occhi mai hanno visto,
e se cervello dice tanto, tanto è. Mai hanno visto.

Connubio di sensi e arti sensuali,
cedo ad i tuoi voleri, le tue dita per me strali.

Non oso dir di no.
In fondo come e a che pro?

Mi fissi, e sorridi.
Ti fisso e sorrido.

Ripeto parole convulse,
su cose un attimo unite,
un attimo dopo avulse.

E ora cedono gli occhi,
ma per Giove! sulla tua immagine,
che la notte no,
non scocchi.

Ed io mai odierò il sole,
se alla tua presenza,
ti renderà, oh cara, onore.

La vedi a Napoli,
e poi muori.

D.G.