giovedì 8 gennaio 2015

Rossa doppio malto (2/4)

Mi sveglio, tra coperte bianche, aria fresca e lei in testa. Il secondo giorno a Napoli sarà come il primo o addirittura meglio? Non mi resta che scoprirlo.
Scendo dal letto, doccia, mi vesto ed esco dall'hotel. Mangio una brioche, ritiro del cash e di corsa verso la metro.
Il viaggio di un'ora che mi porta fino alla fermata Toledo passa tra occhiate e pensieri che vedono la gente guardarmi come un immigrato; ma sono io malato, l'ammetto.
Finalmente si scende. Dove andare? Non ne ho la più pallida idea. Lascio che l'istinto mi guidi coraggioso per le vie di questa antica città.

Grazie a questo 'andare all'avventura', ennesima somiglianza tra me e lei, ho modo di conoscere persone, usanze e posti.
Dopo aver girato per il centro, aver preso un caffè sospeso e aver fatto tante di quelle foto che metà bastava, mi decido di spostare lo sguardo lì dove il mio io è più attratto, la zona popolare.
E così che vedo cose, per me torinese, letteralmente assurde. Case con porte raso terra, immondizia appesa, indumenti intimi appesi fuori dai muri ad altezza faccia. Il maniaco che c'è in me già s'immagina qualcosa come nel film 'la strada'; e giuro che potrebbe essere molto interessante.
Fatalità, la strada che scelgo è in salita. Ogni strada che scelgo è in salita, ed è così che mi trovo con nemmeno 1 ora a mezzogiorno, gamba sinistra e piede destro a pezzi, ma poco importa, per rubare una frase di j-ax "tiro come un Toro', e difatti.
Ebbene, un po' alla volta vedo vicoli piccoli e interessanti, vecchiette che rischiano di essere investite da guidatori troppo frettolosi e giornalai ai quali devi domandare 4 volte 'scusi, per arrivare a Castel Sant'Elmo?', perché.. 'scusami ragazzo ma sono sordo', e vabbeh, capita a tutti, con un sorriso dolce sulle labbra.
La mia nuova meta è Castel Sant'Elmo, ma prima vedo un tabacchi e mi fermo. Non per le sigarette, non fumo, ci penserà la mia Caterina ad attaccarmi il vizio, bensì per acquistare delle cartoline che avranno come direzione la mia cara terra sabauda.
Finita la breve sosta, eccomi nuovamente a scarpinare verso il castello. La strada è lunghissima ed io mezzo distrutto tengo duro in nome della scienza (?!).
Taglio corto, arrivo sopra e giuro che una reazione così il mio corpo non l'ha mai avuta. Prima di salire le ultime scale che portavano al torrione più alto, il cuore comincia a battere più veloce. Il sangue con molta più affluenza riscalda le viscere e tutto ad un trattato ecco, Napoli, nel suo splendore.
Ogni pensiero sparito, ogni preoccupazione eliminata. Io e Napoli faccia a faccia. Lei con non so quanti mila anni, ed io un 23enne che della vita non sa ancora nulla. Il Vesuvio, Capri, Ischia, il mare, le nobili ville poco dabbasso che adornano le colline come costruzioni sempiterne legate ad un luogo che probabilmente, non morirà mai.
Dopo essermi goduto il paesaggio, arriva un messaggio dalla mia diletta. "alle 4 alla stazione?". Vi dico solo che in quel momento mi è  uscito un 'azz'. Si perché erano le tre, e per arrivare sotto a piedi, ci voleva all'incirca un'ora, più un'altra ora per giungere ad Aversa. Prevedevo già cazziatoni, cosa che mi rendeva poco felice, visto che l'ultima mia volontà era passare per il maleducato di turno.
Comunque oramai ho imparato a cogliere l'attimo. Se ci pensi troppo le cose non le fai. Falle, e dopo quella grande montagna non sarà che una pietrolina. In merito, comincio a scendere verso Napoli, con le gambe ancora più malconce e un caldo incredibile. Già io 'sono caldo', in più poco ci vuole per surriscaldarmi. Così mentre scendo gli scalini giganti con le polacchine e le suole a pezzi, arrivato a Spaccanapoli faccio un incontro molto piacevole.
-ma tu da dove vieni?-
-dal castello, perché?-
-Perché devi stare attento. Non sei nella zona 'bella', qui le cose ci mettono niente a sparire-
La discussione va avanti parlando di calcio, precisamente del Napoli e di quanto Michela sia una grande tifosa.
-Mi raccomando, dammi retta, te lo dico come una mamma!-
-Beh allora grazie mille Michela. Senti ti posso fare una foto? Così la metto nel mio album-
-Certamente-
Per chi è mio amico su Facebook può allegramente vedere Michela la napoletana tra le relative foto.
Guardo l'orologio, le 15.50, signur benedett che casinista. In men che non si dica arrivo alla stazione, e scopro che la metro sarebbe passata fra 20 minuti. Beh, questa è jella, soprattutto contando il fatto che essendo interrato non riuscivo a mandare messaggi per avvisare la mia donna.
Passa un'eternità, ma finalmente arrivo ad Aversa. La vedo di sfuggita seduta. Lei mi guarda e si gira dall'altra parte. Io mogio mogio le vado a fianco.
-Ehi, ciao. Scusa per il ritardo. Ho leggermente sballato gli orari.-
-Leggermente? Mi hai fatto aspettare un'ora al freddo-
Avvicina la sigaretta alle labbra, e come solo lei sa, fa un tiro. Credetemi, nulla di più sensuale.
Si alza.
-Andiamo-
Cominciamo a camminare. E dopo un silenzio che dura quanto la scissione dell'atomo di cesio (un secondo)..
-ti va di uscire con mio cugino e una mia amica e il suo tipo?-
-Si dai non c'è problema-
In realtà da ignorante come una casa non avrei voluto. Solo dopo m'accorsi di quanto sarei stato sciocco.
Così dopo aver girato per mezz'oretta, aver comprato Il principe e Madame Bovary, lei mi porta su di una panchina e ci sediamo.
La voglia irrefrenabile di baciarla mi sale dal ventre e si sprigiona in tutto il mio corpo in un amplesso mentale quanto.. carnale.
Provo diverse volte a baciarla, ma nulla. Lei veloce come un spia si divincola facendomi passare agli occhi dei passanti come un maniaco. Era ancora arrabbiata per prima.
-Per quanto sarai chiusa ai miei baci? Un'ora?-
-Esattamente, stronzo-
Taccio sapendo di aver torto. Nel frattempo le arriva un messaggio dalla sua amica per accordarsi dove e quando vedersi. Lei organizza tutto, più o meno e così ci spostiamo.
Camminiamo fino ad arrivare, prima ad un baretto dove lei compra le sigarette ed io colgo l'occasione per buttare tutti i libri comprati poco prima dentro la sua borsa, e successivamente su di una panchina ove una zingara fioraia ci svende una rosa gialla e ci dice -che belli che siete. Vedo l'amore tra di voi-, sicuramente chissà a quanti l'avrà detto.. Però a me.. E anche a lei, e ne sono certo, ha fatto effetto!!
Poco dopo andiamo in un parco dove a riguardo  mi racconta le strane vicende che avvengono tra il buio degli alberi. Non vi dico le risate.. Molte..
Così, prima di arrivare in fondo al parco, non resisto, ed evidentemente neppure lei. Mi giro, la fermo e poso le mie labbra sulle sue. Avete presente le campane a festa? No? Ebbene, nemmeno io ma per la seconda volta eccomi allietato dalla sua dolcezza e dalla sua femminilità. Vi giuro che davanti a lei, tutta la mia arroganza, la mia intelligenza, la mia volontà, si annullano. Si annullano come cubetto di ghiaccio al sole. Mai labbra così dolci e calde, mai corpo così splendido, mai mente così fine sveglia e rapida e piena di conoscenza vidi. Proseguiamo tra occhiate dolci e mani sui fianchi che continuano a farmi pensare.. 'ma boia faus, con tutti i bei ragazzi, proprio me??'. Che botta di culo.
Sì perché, davvero, quando mi guarda negli occhi o mi accarezza il volto, improvvisamente mi disarmo da ogni cosa, concetto, idea, parola. Quando sono con lei il mondo non è più la Terra, il mondo siamo Noi.
Passano dolci minuti in compagnia di splendidi gagni che ogni 3x2, petardo alla mano ci facevano venire uno sciopone;  tanto che alla fine dopo diverse volte ci siamo arresi e ce ne siamo andati.
Arriva un altro messaggio, a sto giro da suo cugino. Dopo aver smanettato un po al telefono ed avermi chiesto scusa per la distrazione, cosa che la renderà ancora di più una donna di classe, ci alziamo in direzione della zona con i locali notturni ed un po di vita.
La seguo, e la seguirò sempre perché, scusatemi se passo alla stregua di un maniaco, ma il suo lato B è qualcosa di divino, e ad ogni passo non posso perdermelo, è una droga.
Così avanziamo fino a conoscere suo cugino e successivamente la sua amica. Tutti e due molto simpatici.
Ad un certo punto la sua amica, Rita, prende e va a recuperare il suo fidanzato. Rimaniamo io lei e suo cugino. Quando ad un certo punto lui..
-ma voi esattamente siete..? -
E lei..
-Amici! Friends for ever!-
L'ho guardata negli occhi, e sapevo essere la cosa giusta da dire, ma all'improvviso una vampata di calore e rabbia m'hanno inondato. E vabbeh lasuma perde.
-Si, friends for ever, già-
Poi non c'è nulla daffare, quando io cambio di umore la gente se ne accorge nel giro di mezzo secondo.
Ma voglio dimostrarmi una persona matura, pensando che le parole non vogliano dire nulla, ma che siano le azioni ad avere l'ultima parola, e difatti, il giorno dopo.., ma non anticipo nulla.
Recuperiamo Rita con il suo tipo, stretta di mano.
-Damiano piacere-
-Piacere Antonio-
Inizia così la lunga ricerca di un posto dove si possa mangiare tranquillamente.
Lo troviamo. L'hamburger faceva cagare al cazzo, ma almeno l'atmosfera era azzeccata.
Dopo che l'inserviente ci chiede cosa desideriamo, io sono l'unico a prendere una bella rossa doppio malto come piace a me; con tanta gioia da parte di lei.
Dopo che arriva il tutto e mando giù il primo sorso, je lo offro alla donna.
-Posso?-
-Ovvio!!!-
Non vi dico il tripudio nei suoi occhi. Fresca, dolce e buona. Non l'aveva mai bevuta, sono contento di averle fatto provare sensazioni nuove.
La serata prosegue tra cazzate e sguardi. Prosegue tra 'posso?' e i miei gesti che la invitavano a bere e lei che tirava calcetti sotto il tavolo. Ciò che è mio è suo d'altronde.
Si fanno le 11, un casino, lei deve tornare a casa e suo cugino non ha intenzione di accompagnarla. Ottimo! Continuiamo a camminare, dopo aver salutato l'altra coppietta, e andiamo in una sorta di parcheggio.
Io davvero non ce la faccio. Prendo per saltarle addosso, ma lei si divincola.
-Qui?? Davanti a tutti questi occhi indiscreti??-
-Ma che cazzo me ne frega!-
E giù a baciarsi come non ci fosse un domani mentre gli angeli in cielo tifavano per noi ad ogni contatto della mia lingua con la sua, ad ogni mano che ingorda scivolava qui dolci lineamenti del suo raggiante viso.
Ma soprattutto, passando ogni secondo come ci conoscessimo da anni. Uno sguardo, un gesto, gambe che si toccano e mani che si sfiorano. Mentre i pensieri diventano nulla paragonati alla sua bionda bellezza.
Il tutto però dura poco. Molto poco. Suo padre stava per venire a prenderla. E così via, via ad accompagnarmi all'hotel. Con mio dispiacere.
Arriviamo a metà strada e le dico di andare. Non ha senso che lei mi accompagni fino in fondo.
Così, dopo l'ennesimo bacio, appassionato, lei fugge.
Rimango effettivamente come uno stronzo per strada. Lei da una parte ed io dall'altra.
Passa un breve frangente che lei torna e casa ed io in hotel quando per messaggio, io..
-Ti voglio-
-Da quando? Da quando eravamo al parco per caso?-
-si! Ma come fai a saperlo?-
-Beh Damiano, penso che io e te siamo uguali-
D.G.

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