sabato 24 maggio 2014

Essere positivi, lacrime inutili

Il post di prima non era melodrammatico, peggio.
Era pieno di sconforto e tristezza, lo so, e nessuno ha voglia di leggere di "paranoie e suicidi"; potrei usarlo come titolo di un libro a pensarci bene.

Ribatto alcune righe per dire una cosa semplice. Abbattersi non serve a nulla. Si può e si deve piangere ovunque. Su un tram, il 15 ad esempio o il 4; in macchina mentre gli schiavisti ti mandano a prendere del materiale e credono di disporre della tua vita solo per i soldi (ah già, io sono fortunato che lavoro!!); al cesso; in camera; nel proprio cuore.
 Nel proprio cuore. E' brutto, davvero è davvero brutto versare lacrime di sangue e sentimenti soprattutto sapendo di avere sulle proprie spalle la pendenza ed il greve di tutta la situazione.
Ovvero, chi è causa del suo mal pianga se stesse.
Giustissimo. Ma dopo, perché c'è un dopo, le cose devono cambiare, devono prendere una svolta. Tutto dipende da voi. Qual è il vostro obiettivo? Il vostro obiettivo è A? allora fate in modo di ad arrivare ad avere A. E' B? fate nello stesso modo. Come? Trovate la forza in qualcosa. In quel A ad esempio.
Agite e migliorate, agite e cambiate in modo da essere un altra persona. Una persona che abbatte i propri difetti in nome di un qualcosa di migliore...di un sentimento...a caso...l'amore ecco per esempio.

Non voglio far svenare nessuno per i miei scritti angosciosi e patetici. Potrei parlare come "bucoschi" e spezzare l'amore in "le donne son tutte troie e se ne perdi una tanto di guadagnato: non ti amava". Non funziona cosi. Odio profondamente chi dissacra l'amore e quindi per primo odio me stesso.
Non tanto perché l'amore in senso lato è il più grande dei sentimenti, ma perché è l'unico che se arso, può rinascere dalle sue ceneri come l'Araba Fenice.
Quindi si alla positività. Che se si vuole dimostrare una cosa, le lacrime non servono ad un cazzo (presa in prestito da "bucoschi").

D.G.

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