sabato 7 febbraio 2015

20 giorni dopo (5/4)

Quanto segue, è avvenuto 20 giorni dopo la mia partenza da Napoli per fare ritorno a Torino.

Rimini. Apro gli occhi, la serranda alzata completamente lascia passare la luce del mattino dalla finestra. I letti erano due, allungo il braccio verso quello di sinistra che usavo per posare vestiti, pc e telefonino, per afferrare quest'ultimo.

Il led bianco che vedo, ancora prima di accendere lo schermo, indica l'arrivo di un messaggio su whatsapp, premo il tasto laterale e vedo un messaggio di Caterina in attesa, arrivato verso l'una e mezza di notte. Apro e vedo scritto "ahaha oddio". Stop. Tutto lì.
La mattina partita senza almeno una buonanotte, cosa che letteralmente adoro vedere quando mi sveglio se la sera prima mi son abbioccato, mi mette già di cattivo umore. Mi alzo comunque dal letto, vado in bagno e apro l'acqua calda. Dopo poco, stanza e bagno cominciano a riempirsi di vapore e acqua calda. Mi guardo allo specchio nudo. Mi guardo negli occhi; mi fisso. Come cercassi qualcuno o qualcosa che però ad ogni ricerca un po' alla volta se ne và.

Elimino i cattivi pensieri, metto una mano sotto l'acqua calda che dal soffione finisce sulle piastrelle e tastata la temperatura da ustione mi fiondo nella doccia e comincio a rilassare le terminazioni nervose. Non dura assai la piacevole "seduta", giusto il tempo di lavare via pensieri e malesseri ed eccomi nuovamente brillante nell'intento di affrontare una splendida domenica che si rivelerà tutt'altro che tale.

Finito di asciugarmi e vestirmi, indosso la giacca ed esco. Direzione baretto. La giornata non è di quelle stupende, ma il cielo azzurro e il venticello mi mettono di buon umore. Arrivato davanti la vetrina del locale vedo da dentro pochi clienti, meglio. Troppa gente la mattina mi fa saltare i nervi.

-Buondì, spremuta e brioche alla cioccolata-
-Ciao, si subito!-

Mi appoggio al bancone ed attendo; mentre come sempre alla tv appesa al fondo del muro passano canzoni e cantanti che sistematicamente, o gli uni o gli altri, non conosco. Poco male, adoro ampliare la mia cultura musicale. E ancora di più amo far conoscere canzoni assurde a Caterina. Anche se a essere sinceri pure lei si difende bene in tema e riesce il più delle volte a sorprendermi. Ed il tutto si racchiude in un cerchio che ci vede ad esempio la notte a spedirci pezzi di canzoni cantante che un po io e un po lei portiamo avanti fino a terminarle.

In particolare è successo con Spaccacuore di Samuele Bersani. Cosa irripetibile, in tutti i sensi. Io beh, stonato come una campana, ma sempre pronto a fare figure di merda. Lei invece...lei. Beh lei..una voce celestiale. Non ci sono parole per descrivere gli acuti che sentii proferire dalla sua voce. Sapete quando una voce vi entra dentro, si direttamente nel cuore e comincia a far risuonare il vostro organo vitale come un cembalo decine e decine di volte a colpi di vibrazioni e di qualcosa..che nemmeno voi capite? Oppure quando vi vengono i brividi alla schiena e ovunque nel corpo per la sua capacità di farvi impazzire solo con una carezza o un -Damiano...-, detto a bassa voce all'orecchio mentre il suo alito caldo scalda la vostra guancia. Non ci sono parole. Non ci sono libri o vademecum che spieghino tali sensazioni. Esse esistono e in quando intangibili rimangono nel nostro intimo. Ci formano. Ci fanno diventare chi dobbiamo essere.

Ad ogni modo, arrivata finalmente la mia succulenta colazione, incastello il tutto e mi dirigo verso il tavolino. Mi siedo e comincio, come un suino, a ingozzarmi. Una fame indescrivibile. Come potete immaginare le leccornie non hanno avuto lunga vita, e difatti, dopo poco pago e vado verso la spiaggia in modo da vedere se dall'ultima volta fosse cambiato qualcosa.

La strada che doveva portarmi fino alla costa si faceva già sentire abbastanza ribelle. Vento, sabbia e aria gelida s'infrangevano sulla mia figura che inclinata quasi a 45 gradi contrastava correnti che in mare aperto avrebbero spinto una barca alla deriva. Metto una mano davanti al viso, perché il vento provenendo esattamente dal mare, andandogli contro mi spolverava la sabbia negli occhi; ma senza indugi arrivo fino a vedere l'adriatico. Turbolente onde s'infrangevano contro il bagnasciuga, ed io, come un bambino, eccomi subito a scattare foto.

Dopo aver fatto un rapido excursus su per la spiaggia, mi trovo costretto battere ritirata. Il vento gelido, oltre a congelarmi la nuca, mi sta gelando le orecchie, ottima occasione per far uscire un mal di testa non gradito. Così, mani incrociate dietro la testa, m'incammino verso l'hotel.

La mattinata tecnicamente doveva seguire tre punti chiave. Il primo era studiare economia, il secondo parlare con Caterina ed il terzo...continuare con economia. "Fortuna" vuole che essendo la dolce musa impegnata a teatro, non poteva parlare, tranne per rari messaggi che sporadicamente riusciva a inviarmi. Il tutto mi faceva presagire una bella giornata di studio.

Le prime ore del mattino scorrono abbastanza veloci. Tassi di inflazione, Pil Reale, curve d'offerta aggregata e altro che rubandomi l'attenzione non m'hanno fatto tener d'occhio l'orologio. Così, tutto ad un tratto, ecco mezzogiorno; doverosa una sosta causa pranzo.

Abbigliato nuovamente ad hoc, eccomi che tra le intemperie mi trovo a percorrere quei lunghissimi 500 metri che mi dividono dal ristorante indiano ove mi aspetta una goduriosa zuppa tipica. Giungo al posto designato ed ecco che il proprietario, un indiano sulla 50ina, mi chiede se sono solo. Dopo aver eliminato l'ipotesi che volesse derubarmi, confermo positivamente e prendo il tavolo da lui indicato. Purtroppo, 4 volte sono andato lì e 4 volte ho preso lo stesso piatto. Così ordino tranquillamente senza variare regime alimentare.

Nell'attesa, ho il tempo di osservare una riproduzione del Taj Mahal appesa sulla parete, di apprezzare una sorta di tortillas indiana accompagnata da 3 buonissime salse e di scambiare qualche messaggio con Caterina. Il pranzo si conclude brevemente, tanto che l'inaspettato, m'aspetta fuori dalla porta, o quasi.

Tutto abbacchiato per la morte del cellulare mi raggomitolo su me stesso e comincio a percorrere la strada a ritroso fino a notare un nugolo di persone curiose osservare qualcosa. Ovviamente essendo per indole giornalista, mi tuffo avanti a tutti ed ecco che mi si palese una scena, come dire, agghiacciante no, bensì strana.

Una donna, che si scopre poi essere sulla 40ina, stesa a terra a faccia in giù, immobile. La gente attorno a guardare con una sorta di indifferenza. Qualcuno parlava di ambulanza che doveva arrivare a breve, come difatti poi avviene poco dopo. Nel frattempo il mio cervello comincia a carburare. Non sarà una cosa stupenda, ma con la risurrezione del telefonino, comincio a scattare delle foto dell'accaduto; cosa che mi fa ricordare molto Ricky, personaggio di un noto film americano, che m'ha fatto conoscere Lei qualche settimana prima e che mi colpì molto.

Ho giusto il tempo di fare 4 scatti in croce, -donna stesa-ambulanza-soccorsi che effettuano il massaggio cardiaco-, che il telefono muore nuovamente. Vabbeh, l'importante è che abbia del materiale. Vado dalla presunta testimone e le chiedo cosa sa. Dopo qualche secondo di conversazione capisco che ne sa meno di quanto abbia intuito io: anche perché la tizia in questione aveva semplicemente avuto un malore e....basta. In realtà però la cosa strana di 'sta faccenda è sorta quando i ragazzi del 118 hanno girato il corpo. Ecco, mai visto un cadavere in vita mia. Mai. E la cosa assurda era che sembrava così tranquilla quella donna; mentre, sempre per assurdo, i tipi dell'ambulanza si davano un gran daffare per riportarla nell'al di qua. Lei da stesa sembrava dicesse -lasciatemi tranquilla!-. Una sorta di trapasso in diretta. Una cosa che forse, un poco mi ha segnato.

All'arrivo della polizia ecco subito le classiche frasi di circostanza -circolare!  non è uno spettacolo. a voi farebbe piacere essere guardati in queste condizioni??-, ma mentre la gente si spostava ragionavo fra me e me -beh tecnicamente in queste condizioni, lo sguardo degli altri sarebbe l'ultima cosa della quale mi preoccuperei-. E in effetti...

Ma non perdo un attimo. Torno in hotel e spedisco tutto a Il Resto del Carlino chiedendo una citazione per le foto spedite che sarebbero andate ad arricchire l'articolo. Certamente la citazione è stata messa. Peccato non abbia mai visto l'articolo pubblicato di persona. Poco importa, l'importante era essere dove li dove c'era notizia. E mi era andata modestamente di culo.

Il pomeriggio, come accaduto alla mattina, passa in fretta. Qualche sporadico messaggio e una macroeconomia creata apposta per farmi impazzire.
Durante lo scorrere delle pagine comincio ad accusare un po' di freddo. Così vado ad aprire l'acqua calda della doccia per saturare il bilocale di vapore caldo. L'idea funziona alla grande, e in tempo zero la stanza diventa una sauna.

Tra una pagina ed un esercizio si fanno dunque le 7, ora "X" che significa CENA. Calzo le scarpe scendo nella hall, più precisamente nello stanzone da pranzo, ed ecco il mio collega semi-contadino abbuffarsi in modo animalesco sul piatto; non spendo altre parole per le figure abbiette che mi provocherà in mezzo alle persone. Dopo averlo salutato, trascorriamo una serata tranquilli assieme e sorbiti i -complimenti!- e gli  -allora??- che l'albergatore continua senza sosta a proferire urlandoli entrambi in modo sguaiato, ci alziamo per andare nelle nostre stanze accordandoci per vederci la mattina seguente al baretto alle 7:00.

Finalmente relax e studio. Mi ero fatto il calcolo che con due ore tranquille mi sarei studiato un capitolo per avanzare senza problemi sulla tabella di marcia che poneva al 30 gennaio l'esame.
Ma poteva andare così? Figuriamoci, ecco invece come si sviluppò la serata.

Dopo una carrellata di video che avevano come protagonisti Sgarbi, Guzzanti, Crozza e Dipré, ecco che Lei mi manda una foto di alcuni ceci con pepe fritti dicendomi che solo li nel suo paese li fanno, insomma vicino ad Aversa. Ed io quindi incuriosito..:
-comunque sei una stronza-
-perché sarei stronza?-
-in primis perché mi andava di dirlo, e secondo luogo perché non m'hai fatto mangiare, quando sono venuto, nulla di tipico; pizza esclusa-
-eh ma non è colpa mia. qui ad Aversa vendono ben poco di "tipico", saremmo dovuti andare a Napoli, c'erano i dolci natalizi-
-del tipo?-
- beh ad esempio i susamielli, gli struffoli, i roccoco o il casatiello, quest'ultimo non è un dolce però-
-e sarebbe?-
-una specie di focaccia, ma è tipo un pezzo di pane con dentro salame, speck, prosciutto, formaggio e strutto. insomma, una mazzata-
-sembra buono così a occhio. oh, la cameriera rumena ha i baffi!-
-anche io ho i baffi-
-ma smettila di dire cazzate-
-fai foto allora, fai vedere-
-ma ti pare? è un covo di delinquenti 'sto hotel. se mi beccano mi linciano stile ISIS-
-ma allora non sei un vero cinese-

Nel frattempo, torno in stanza e trovo una mail della redazione de Il resto del Carlino dove vengo ringraziato per la collaborazione e rassicurato che le foto usate sarebbero state con tanto di citazione.

Io: -Cazzo! Mi hanno risposto. Verrò citato nel giornale, spettacolo.-
-dove verrai citato?-
-sul Resto del Carlino-
-e che giornale sarebbe?-
-un giornale dell'emilia-
-mi raccomando, quando esce fai foto e manda-
-beh certo che si tesoro-
-comunque questo è nulla. tu uscirai su Il Giornale, solo questione di tempo-
- con un po' di impegno in più nulla è impossibile-
-esatto..invece a me dove mi immagini? una scema che non vuole studiare..-
-sincero?-
-che domande..scemo. certo che si-
-ebbene, hai fatto il classico, quindi ti iscriverai all'uni. se con teatro andrà bene mollerai gli studi per concentrarti al massimo su quella sponda. incontrerai un probabile regista più vecchio che ti affascinerà e lui ti darà modo di spiccare, considerata anche la tua bravura, ovvio. in tutto questo inoltre i tuoi, ti foraggeranno-
-non uso mezzi loschi Damiano, li ho sempre odiati-
-ti ammiro sai? sembri così pulita in questo mondo sporco-

Al che mi chiede se voglio vedere cosa le scrisse un suo amico un giorno. E sia, mi mostra un testo poetico riguardo lei e la sua bellezza e i suoi occhi. Tutto d'un tratto i miei campanelli di gelosia (ebbene si, sono geloso!) si allarmano. Odio, anche se cosciente del fatto, sapere o vedere che qualcuno le possa dedicare qualcosa minimamente migliore di quanto possa fare io. Non che non le abbia scritto qualcosa di meglio. Ma sicuramente le poesie che ho scritto per lei non le avrà tenute, quella invece..

La discussione pacato continua per diversi e diversi minuti parlando del fatto che tra loro c'è solo una amicizia e che lui è fidanzato e che in realtà trattava lei e il suo ex come un fratello maggiore. Ben mi sta, ma molte cose un uomo è bene che non le sappia. Tutte cazzate quelle che cianciano sicurezza dell'ego e compagnia bella. Un uomo certe cose non le deve sapere. Punto e basta.
Sarà cosciente di non essere il primo uomo della tua vita, ma Cristo Santo se ti conosci con lui che bisogno hai di tirare in ballo vecchie faccende? Ecco la risposta, il bisogno di ritornare a quelle cose, scoprii poco dopo.

-Ma invece il tuo ex come era? geloso di te? che domanda del cazzo-, ma quando una bomba esplode...esplode.
-Si lo era ma era orgoglioso ed egoista. non ci sopportavamo più, però il fatto che mi abbia bloccata ovunque [nei social network] mi da fastidio. non chiarire non è bello. alla fine è sempre parte di te e del tuo passato-
-beh guarda Katia..-
-wow..la prima volta che mi chiami così...-
-ti fa piacere?-
-si si assolutamente..-
-beh dicevo, a me è successa la stessa cosa. all'inizio quando mi sono lasciato feci un po' lo stronzo. ero geloso..ma poi interiorizzi e boh, si è stati bene, si, ma forse è meglio che sia finita-
-sinceramente sono ancora troppo scossa. è un periodo molto confuso per me-
-cioè?-

Ecco, qui mi soffermo. Di persone che mi conoscono bene, ma veramente bene ne esiste una sola. Ed è il sottoscritto. Ora qui lo dico e qui lo nego, ma quando solitamente io vado di getto con un "cioè" seguito da un punto di domanda, vuol dire al 99,99% periodico, che ho l'incazzatura ai livelli celestiali. Cosa rara ma davvero davvero rara. Ma proseguiamo.

-ieri quando l'ho rivisto mi sono sentita male-
-continua-
-ero gelosa-
-va avanti-
-questo è-
-beh prima di conoscere te ero più o meno nelle stesse tue condizioni-
-è dunque anormale che a me dopo averti conosciuto succeda ancora?-
-beh per me è stato diverso. io ho avuto modo di vedere foto, stati su facebook. ho avuto la possibilità di incazzarmi al 255%-
-ti voglio fare capire una cosa.. da quando vi siete lasciati tu e la tua ex?-
-beh oramai circa 9 mesi-
-e come è successo? l'annoiavi?-
-a te t'annoio?-
-no, assolutamente!-
-ecco, io non cambio..sono sempre lo stesso-
-ebbene e quindi che è successo?-
-beh, un po' alla volta le cose si sono disgregate..e niente da fare. finita lì. però che tu sia in questo momento gelosa è ovvio. sono passati solo pochi mesi, hai ancora un legame forte-
-Damiano. appunto perché è ovvio sono confusa; è troppo presto. ho visto le sue foto. entro nel contatto della mia amica per vederle-
-e le guardi ancora?-
-si-

Ho 23 anni. e quel si credo me ne abbia fatti perdere una buona percentuale futura. Un macigno tale da distruggere il mio Io, da annientare le parole cui faccio tanto sfoggio, da sbeffeggiare tutti i poeti che mal d'amore hanno provato e hanno decantato in versi e odi.
Leopardi, Foscolo, D'Annunzio..sapete una cosa? Vi sono vicino.

-Damiano non ho avuto nemmeno un mese per stare da sola e riflettere. solo da sola capisco e me ne faccio una ragione-
-esatto-
-non ne ho avuto il tempo. e tutte queste cose che stanno accadendo, sono troppe. sono confusa-
-vuoi farla finita qui?-
-mi sentirei in colpa di stare con te e pensare a lui-
-si o no katia. si o no!-
-voglio una cosa, anzi decidi tu. o lasciamo perdere sta storia e rimaniamo amici oppure non ci sentiamo più. mi sono resa conto di essermi aggrappata a qualcuno dopo la mancanza, sono stata una incosciente, egoista. avrei dovuto capirlo prima. non prendertela perché in fondo non credo che tu in due mesi mi possa aver amato veramente. avrai provato affetto e attrazione. Damiano, sii sincero, sei solo attratto da me vero? magari condividiamo qualcosa, ci stimiamo...ma oltre a questo c'è altro?-

Ecco. Se prima ho chiosato brevemente, qui dovrei munirmi di una enciclopedia vergine ove cominciare a elencare le 300 affermazioni sbagliate, che in una sola frase mi hanno fatto morire dentro non so quante volte. Evito, oramai la vostra curiosità rasenta l'astinenza da droga, quindi meglio non fermarci.

-si, c'è altro. ma tutto questo non ha importanza-
-non ci credo. è la cosa che ti conviene dire-
-ma si può sapere come fai a dire cosa mi conviene? tu non hai la più pallida idea di cosa abbia passato e di quanto sia arrivato al fondo per la disperazione. tu...madonna...taccio. anzi. tu vuoi giustificare la tua decisione vanificando i miei sentimenti. ma sì! fallo pure, cazzo se ne frega!-
-non sto vanificando nulla. non ho mai visto un ragazzo che mi dice ti amo al secondo mese. non voglio essere vittima delle circostanze-

Scusate ma qui è troppo, qui è davvero troppo. Solo io mi accorgo delle idee sballate e sbagliate che girano sull'amore? su quel cazzo di sentimento che quando è così forte non ti fa mangiare per 4 giorni di fila? che ti fa percorrere chilometri e chilometri a piedi senza sentire il minimo cedimento? Lasuma perde.

-non puoi amarmi, ci siamo solo visti per 4 giorni. mi spieghi come fai?-
-non lo so Caterina, non lo so. con te quei 4 giorni sono stati un idillio. perché? non lo so! mi hai fatto stare bene, mi eri affine. come faccio a dirti ti amo? non lo so. so solamente che è una cosa che da quando t'ho conosciuta mi è esplosa dentro. Dio...per una volta che mi riprometto di non essere razionale. ma guarda, tutte parole che finiscono nel vuoto, come finirò io dopo morto. mai esistito io e mai esistite loro-
-che ne dici se sto rendendo io tutto meno drammatico e che ti sto motivando a lasciarmi andare?-
-ti pare non l'abbia capito? comunque, tutte parole inutili. già alla stazione volevi un addio. ebbene addio Caterina.-
-aspetta, voglio che sia un addio privo di astio. come la fine di un inizio. come una esperienza-
-non so come si faccia..-
-cosa?-
-come diamine si fa a dirsi addio??-
-sai a che servono gli addii? a non rovinare una cosa bellissima-
-ma tu per me cosa cazzo hai provato?-
-Damiano, per te ho provato affetto. mi sei piaciuto, sei una persona eccezionale. e credimi che è la verità. e proprio per questo voglio che ci abbandoniamo col sorriso. sarà una cosa da raccontare.. che non si spegnerà mai. questa è l'eternità-
-ebbene, hai fatto la tua scelta. l'accetto. non so se parleremo o ci incontreremo mai più-
-averti conosciuto per me è stato tutto-
-ma ti pare abbia fatto 900km per gioco?...non capisco..-
-Damiano, tu ti riprenderai subito-
-guarda che mi ci sono voluti 6 mesi..prima..-
-si ma dopo due anni.ora ti riprenderai in poco tempo-
-Cristo ma Caterina tu mi piaci!! lo vuoi capire?-
-che ci piacciamo non è un mistero. ma stiamo rovinando tutto-
-scema...-
-cretino..ti voglio bene-
-c'è qualcun altro?-
-no. voglio stare da sola. è nella mia indole-
-nah, tutte cazzate-
-si invece. però ogni tanto ci sarà qualcuno come te che mi farà girare la testa?-
-e se dovessi per caso capitare a Napoli?-
-dimmelo che ti faccio fare un bel giretto in macchina. e quando diventi un giornalista con i controcazzi dimmelo che ti voglio incontrare..-
-Caterina, facciamoci una promessa. lo so, non è un film, ma pensaci, oggi, 25 gennaio 2015. Noi saremo qualcuno. È nella nostra indole.....-
-i film non sono nulla rispetto a ciò che sto provando..sono felice. potessi tu vedere il mio sorriso stampato sul volto e le lacrime che mi rigano la faccia....scusa continua-
-dicevo, ora abbiamo 20 anni, ma facciamo un patto, se quando avremo 35 anni saremo single e affermati, ricominceremo da qui. lo so, è una cazzata assurda-
-chissà.. ma non avrò magari più facebook-
-sono giornalista, ti troverò ovunque tu sia. ad ogni modo, questo è uno di quei momenti dove non puoi dire "chissà", o si o no-
-va bene, te lo prometto-
-che scema che sei...Caterina..di Napoli-
-...Damiano Grilli di Torino che scriverà sul Giornale con Umberto Eco-
-mi raccomando, tieni a mente il mio nome. un giorno busserò alla tua porta. un po' come la morte. ma fatti trovare single. intesi?-
-chissà...  addio Damiano Grilli-
-arrivederci Caterina-
-arrivederci pirleeet-
-che stronza..mi hai già cancellato su facebook! ma forse, meglio così. un bacio piccola. alla prossima-
-ahahah pirletto..-

Ed è così, che l'esperienza più bella dei miei 23 anni, si infrange in un batter d'occhio. Per rendere l'idea, prendete una bolla si sapone. Stupenda, luminosa, dalle mille sfumature. Piena e grande, quanto fragile. e tutto d'un tratto eccola li, a scoppiare nel cielo.

Cosa era quella bolla? Non lo so. Me lo sto chiedendo tutt'ora. Cosa sono stati quei sentimenti e tutte quelle parole che hanno dato vita ad un rapporto quasi divino?

Continuo a non capire e forse non capirò mai. Probabilmente tutto frutto di aspettative. Quasi sicuramente un idillio che ha spinto la mia mente fino all'eccesso facendole provare quel sentimento che tutti chiamano amore. Ma non un amore costretto o ragionato, bensì un amore che ti prende e ti trascina. Una passione che non ti fa vedere nient'altro. Un sentimento alla stregua di una bomba che deflagrata non può essere ricomposta.

Rimane da chiedersi se quella bomba sarebbe stato meglio non fosse scoppiata, coscienti del fatto che tutto ciò da lei causato, compreso questo racconto, non sarebbe mai esistito.

No, non si può vietare ad una bomba di esplodere. È quello il suo unico obiettivo.

A tal modo, non si può vietare ad una persona di amare. Perché capite, è questo il nostro unico obiettivo.

D.G.






Nessun commento:

Posta un commento